Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di olio di palma e delle possibili ripercussioni che esso può avere sulla salute. Per questo motivo moltissime aziende alimentari italiane hanno iniziato ad indicare a chiare lettere sul package dei loro prodotti l’assenza di questo grasso per invogliare il consumatore, ormai scettico per la gran propaganda negativa al riguardo, ad acquistare ancora alcuni prodotti.
Prima di capire se l’olio di palma è davvero così malvagio come la gran parte delle campagne di sensibilizzazione sul tema hanno detto nell’ultimo periodo, è importante comprendere davvero cosa è e cosa contiene.
L’olio di palma deriva per l’appunto dalla palma, arbusto originario dell’Africa oggi abbondantemente presente anche in Indonesia. L’olio di palma è però una denominazione piuttosto vaga visto che di questo prodotto ne vengono effettivamente ricavate 3 tipologie molto diverse fra loro. La prima, l’olio di palma grezzo, viene raccolto dal frutto della palma ed è particolarmente ricco di grassi saturi e simile allo strutto nella consistenza. Fin qui non pare far presagire nulla di positivo per la salute dell’organismo. In realtà a controbilanciare l’alta dose di grassi saturi pensa l’altrettanto alta quantità di antiossidanti, utili per contrastare l’invecchiamento cellulare, e di vitamina E.
La seconda tipologia di olio di palma, definito palmisto, viene invece ricavata dai semi della palma stessa ed è simile all’olio grezzo in quanto a contenuto di grassi saturi ma privo dei carotenoidi presenti nell’altro tipo. Il terzo ed ultimo tipo, denominato olio di palma raffinato, è quello meno salutare in assoluto poiché nel processo di raffinazione cui viene sottoposto perde ogni traccia degli elementi antiossidanti.
Purtroppo per i consumatori, è proprio questa ultima tipologia di olio di palma ad essere usata nei prodotti alimentari industriali. Il perché è molto semplice. L’olio di palma raggiunge il cosiddetto punto di fumo molto lentamente e questo permette di cuocere a lungo tali cibi preconfezionati. In aggiunta a ciò, come prevedibile, è molto economico e questo permette alle aziende di evitare costi di produzione troppo alti.
Alcuni studi recenti, infine, hanno confermato la nocività dell’olio di palma anche e soprattutto a causa di alcune sostanze cancerogene che si produrrebbero nella lavorazione dei cibi con questo grasso.
In conclusione, come possiamo proteggerci dall’olio di palma malsano? La risposta è semplice: fare acquisti coscienziosi e mai superficiali. Leggere quindi le etichette dei cibi confezionati che andiamo ad acquistare è fondamentale e per essere sicuri di scovare in ogni caso la presenza dell’olio di palma al loro interno, ricordate che molto spesso la sua presenza viene “camuffata” dietro la dicitura generica di olio vegetale o grasso vegetale. Saperlo permetterà per tempo di evitare l’assunzione di cibi potenzialmente dannosi.